Elogio dell’Insicurezza

funambolo

Per il mio compleanno, la mia vicina Marina mi ha regalato qualche tempo fa un meraviglioso libretto intitolato Elogio dell’Insicurezza, scritto da una giovane giornalista, Lucia Cosmetico. L’autrice, con molto senso dell’humour misto a saggezza, competenza e leggerezza, fa parlare l’insicurezza in prima persona (vi ricordate la follia di Erasmo?), esortandoci a smetterla di inseguire false e illusorie sicurezze ed invitandoci a prendere la vita nelle nostre mani, con gioia e un pizzico di senso dell’avventura.
Potete trovare questo esile e denso libricino (costa solo quattro euro e mezzo!) presso il seguente indirizzo: ELOGIO DELL’INSICUREZZA
Ho scelto i due capitoli che leggerete qui sotto perché in qualche modo sono anche attinenti alla nostra pratica di qigong e meditazione, per non parlare poi dei tuffi nell’ignoto che si vivono davanti ad un foglio o a una tela bianca … Senza spirito d’avventura e accettazione del rischio i musei d’arte sarebbero vuoti, così come i nostri cieli, senza ali spiegate d’uccelli…

Ormai vi sarete accorte/i che il fiume della vita è pieno di turbolenze e di imprevisti 😉 e che invece di restare aggrappati alla riva tanto vale mollare la presa e godersi il viaggio, con tanto di rapide, cascate e tratti di acqua cheta! Il qigong mi ha aiutata moltissimo, e sono certa che vi aiuta anche voi, ad avere fiducia nell’invisibile filo di Grazia che percorre ogni aspetto dell’esistenza… Nei momenti di massima insicurezza, si può sempre aprire un minuscolo spiraglio verso qualcosa di nuovo ed entusiasmante (anche se un po’ spaventoso, all’inizio!), proprio come nel simbolo del Tao in cui, al centro dello yin più scuro appare un puntino yang luminoso…
Ed ora leggiamo cosa ha da dirci l’Insicurezza! E’ lei che parla…

100_1935 - Copia
Tanto vale farsi trasportare dalla corrente  – Animmagine di Panna (Tempera su carta)

Capitolo 7 – L’insicurezza concorre al progresso spirituale
A chi pensa che sia diventata troppo spirituale, vorrei dire di andarsi a rileggere l’articolo 4 della Costituzione italiana, che termina così: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale o spirituale della società”.
Al progresso materiale ci pensa mia sorella sicurezza, a me lasciatemi il progresso spirituale. Che costa molto, molto di meno, e dà molte ma molte più soddisfazioni.
Già. Il progresso spirituale. Presi come siamo dalle economie e dai numeri, pensiamo che sia progresso solo quello che fa quadrare i conti e saldare debiti. Ma se gli estensori della nostra gloriosa Costituzione ritennero importante citare, accanto al progresso materiale, anche quello spirituale, vuol dire che accanto al progresso che si vede e si tocca ce n’è anche un altro, meno visibile con gli occhi esterni ma percepibile con il cuore e tutta la nostra interiorità: è quel progresso che ti fa alzare la mattina fischiettando perché senti che stai percorrendo la strada giusta; è quel progresso che, come dice la parola stessa, ti fa progredire, e non regredire, a uno stadio di umanità avanzata per cui finalmente non percepisci più i tuoi simili come nemici, ma come fratelli e figli di uno stesso Padre; è quel progresso che ti fa trovare energie e coraggio di dedicarti ad attività che, apparentemente, non sono utili, ma alla fine ti aprono a uno sguardo più profondo sul mondo: la lettura di un libro, la visione di un film, l’ascolto di una sinfonia, la partecipazione a una manifestazione che ti faccia uscire di casa, da te stesso, dalle tue paure e dalle tue chiusure.
E non pensare che spirituale sia ciò che ti allontana dal mondo. Vivere una vita spirituale è immergersi nella vita di ogni giorno, ma con un lumicino sempre acceso. Ogni tanto ti sembrerà di non vedere più nulla, di sbandare, di affondare nell’oscurità. Ma non temere. Non ti fare affondare dalle paure. Esci di casa comunque e, se possibile, canta al sole che sorge.

Capitolo 11 – Uscite di insicurezza
Ma dove andate?
L’uscita di sicurezza si può prendere soltanto in situazioni di emergenza! E voi vorreste fuggire? Perché vi sembra che il discorso sia diventato troppo pesante? O moralista? O bacchettone? E lasciatemi fare un po’ la moralista, via, che in un tempo totalmente privo di una morale o di un’etica comune, il moralista sta diventando un mestiere in via d’estinzione. Anzi, adesso scrivo due righe direttamente a quella allarmista di mia sorella.
Cara sicurezza,
non ti sei accorta che tu chiudi sempre invece di aprire? E il bello è che con la parola illudi, invitando a uscire. Ma uscire per andare dove, che se per caso prendi proprio quell’uscita lì, deve essere successo qualcosa di grave?
“Uscita di sicurezza”!
Dai che ti abbiamo scoperta. Messa a nudo.
Lo sai bene che attraverso di te è meglio non uscire, e allora a che serve star lì a dirci qualcosa che non è vero?
Pensa a quanto sarebbe più divertente invece avere un po’ dappertutto uscite di insicurezza.
Porte da attraversare senza paura, senza timore, non soltanto per un’emergenza ma per un normale desiderio di varcare una soglia ed esplorare mondi nuovi, magari dopo qualche ora di esitazione: vado o non vado?
Apro o non apro? Mi tuffo o non mi tuffo? Alcuni lo stanno facendo: chi lascia lavori certi per abbracciare mestieri incerti, chi vede la “crisi” come un’opportunità e non come una iattura, e decide di risolvere qualche stortura accontentandosi del poco.

E aggiungo ancora, rivolta a voi, perché tanto mia sorella si è già illuminata di rosso.
Avete eliminato la sorpresa dalle vostre vite.
Siete prevedibili come orologi svizzeri.
Vi cercate e vi trovate a ogni ora
con i vostri cellulari.
Sparito il mistero, il fascino, il nascondimento.
E lasciatevi ogni tanto guidare
dalle vostre insicurezze, magari passando
da un’apposita uscita d’insicurezza.
Dove tra l’altro sareste anche liberi di esitare
pensando, riflettendo, immaginando.

leap-of-faith-ant

Uscire dal nido della sicurezza non è facile… ma ne vale sempre la pena!

 

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