
Questa mattina, mentre facevo colazione, ho acceso la radio e su Rai Radio 3 trasmettevano una delle mie trasmissioni preferite, Uomini e Profeti, condotta come sempre con garbo e acutezza da Gabriella Caramore. Si potrà a breve scaricare il podcast di questa puntata, che consiglio vivamente di ascoltare fino in fondo, ne vale la pena. Sorseggiando il mio tè verde, ho ascoltato il filosofo Nicola Zippel raccontare come trasmette la filosofia ai bambini delle scuole elementari. E sentendo le loro vocine esprimere pensieri profondi e antichi come l’umanità mi si è aperto il cuore. L’emozione che stavo provando aveva un profumo nuovo per me, e mi ha incuriosito. Dato che indico spesso a chi pratica il Qigong con me che il miglior modo per capire le nostre emozioni è ascoltarle attraverso il sentire del corpo e seguirne i passi, ho fatto proprio così. Mentre sentivo la zona del cuore aprirsi fino all’inverosimile – una sensazione al confine tra l’estasi e uno strano dolore – mi è tornata in mente un’Animmagine che è sgorgata dalle mie mani qualche giorno fa, e che fino a questa mattina non avevo compreso appieno. La vedete qua sopra. Sorrido, perché per uno strano scherzo della sorte questa Animmagine contiene anche due uova… e visto che domani è Pasqua, è in perfetta sintonia con questo periodo dell’anno, e colgo l’occasione per augurarvi un’autentica rinascita interiore.
Ieri, casualmente avevo aperto il mio quadernino dove appunto qualche verso che ogni tanto fa capolino e vuole farsi scrivere – sono quasi tutti haiku. Amo gli haiku, componimenti in tre righe di 5-7-5 sillabe, perché la loro metrica scarna ti obbliga a dire tutto in un quasi niente di spazio. Non ho nessuna pretesa poetica, per me sono solo degli appunti folgoranti di un momento particolarmente significante che avrei dispiacere a lasciar passare senza esserne testimone e custodirlo. Un modo semplice per poter poi rileggere e ricordare, rivivendo l’emozione che ha dato i natali ai versi. L’haiku che mi è saltato nuovamente in grembo ieri, scritto anni fa, dice così: Prova a mettere/Il cuore nella testa:/S’aprono porte. Solo che in questo momento, sento che l’ordine “giusto” che esprime quello che provo ora e l’Animmagine qui sopra sia più vicino ai versi seguenti:
Prova a mettere
La tua testa nel cuore:
S’aprono porte
È proprio questo che illustra l’Animmagine qui sopra: dentro di me ho riconosciuto la presenza in nuce (l’uovo) della Saggezza anche nella piccola mente duale, nella nostra tentennante e limitata capacità di ragionare. Ascoltare bambini che hanno meno di dieci anni di età filosofare con vera Saggezza mi ha spalancato il cuore. Assistere all’alba della Saggezza in queste giovani menti mi ha commosso. Per anni ho seguito filosofie che bistrattano la mente tacciandola di essere il ricettacolo dei condizionamenti, che la indicano come sede dell’orripilante ego. Tutto vero, ma ultimamente scopro che è inutile e anche pericoloso disprezzare e buttare via il “piccolo”, il limitato, per scegliere con un atto di faticosa volontà il “grande”, il trascendente. C’è un modo infinitamente più semplice e poetico di aprirci alla Grazia della Sorgente delle diecimila cose, o al Dé del Dao, come direbbe un taoista: riportare il piccolo io nel Nido del Cuore, accoglierlo nello spazio illimitato e amorevole della commozione.
Stamattina, seguendo le tracce dell’emozione nel mio corpo, ho fatto un’altra scoperta per me fondamentale: il punto d’incontro tra la Saggezza e l’Amore è la Meraviglia. Provate anche voi: la prossima volta che vedrete qualcosa che scatena Meraviglia dentro di voi, fate caso a come respirate. La vera Meraviglia si esprime sempre in un’inspirazione sonora e profonda, la bocca spesso si apre, insieme al cuore, e forse esce un suono simile ad “AH”, un suono aspirato, che chissà perché 😉 è proprio uguale al suono che chi pratica il Qigong dei 6 Suoni usa per armonizzare l’Organo Cuore (anche se in questo caso è un suono espirato). C’è un’altra emozione che provoca in noi un’inspirazione improvvisa e veloce, ma questa volta il cuore si chiude: la paura.
Meraviglia e paura ci fanno entrambe prendere un bel sorso d’aria per metterci in moto: la paura ci fa fuggire a gambe levate (se non diventa terrore, perché a quel punto ci immobilizza totalmente), la meraviglia invece ci com-muove, ossia resta al nostro fianco e mette in movimento qualcosa dentro di noi. Ci accompagna in nuovi paesaggi dell’Anima tutti da esplorare. La Meraviglia sarebbe dunque l’antidoto naturale della paura? Ecco un pensiero su cui filosofare… ed ecco poi che si torna alla Bellezza come medicina, come strumento prezioso che ci aiuta al contempo a ragionare e a sentire. Un esempio tra tutti: se provo meraviglia per il tuo essere “diverso” non posso aver paura di te. Il mio rapporto con te sarà totalmente differente. Piccola nota polemica: chi ha tentato di togliere la Storia dell’Arte e varie attività creative e artistiche dalle scuole ha forse paura del potere liberatorio e unificante della Bellezza e della Creatività, o ha soltanto perso la capacità di meravigliarsi e ha ceduto per inerzia all’illusoria attrattiva del denaro e del potere? O entrambe le cose? Un modo per guarire questa incapacità di meravigliarsi è dunque quello di accorgersi che la nostra limitata mente razionale può serenamente ammettere di non poter comprendere l’infinito (e parecchio altro) senza l’aiuto del cuore. Un taoista direbbe che il Dantian superiore (quello nella testa) e quello mediano (quello nel cuore) vanno armonizzati, finché diventano un’unica realtà, incarnata in un corpo umano (nel Dantian inferiore della pancia). Detto in parole e immagini un po’ più accessibili per chi non pratica il Qigong, la mente razionale e analitica può accoccolarsi nel soffice nido del cuore, riappropriarsi della propria capacità di abbracciare senza perdere quella di discernere, per poi scoprire di essere uno strumento magnifico di qualcosa di molto più grande di sé. Ad entrambi – mente e cuore (che in cinese vengono espresse in un unico concetto: Xīn 心che nell’antico pittogramma si dipingeva così: ) si svela la loro vera nobile origine, il Tao o Dao, la misteriosa Sorgente di tutto l’esistente.
Così, stamattina ho finalmente compreso anche un’altra Animmagine sorta qualche tempo fa, che d’istinto avevo intitolato La Testimone di Ermete. Quel fiume di galassie e stelle che si riversa nel personaggio femminile di spalle è proprio lei, la Meraviglia, che unisce il sopra e il sotto, il dentro e il fuori, la ragione e il sentimento, la mente razionale e quella intuitiva, e non solo. Se siamo tendenzialmente un po’ più razionali, porteremo forse il Cuore nella Mente; se siamo un po’ più emotivi e sentimentali, accoglieremo la Mente nel Cuore. C’è una soluzione armonica per tutti.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, ciò che è in alto è come ciò che è in basso
per fare i miracoli della cosa una.
Queste sono le parole trasmesse a noi da Ermete Trismegisto per ricordarci che esiste uno spazio interiore di Consapevolezza e Presenza – un Testimone silenzioso – nel cui sguardo gli opposti si congiungono, rivelandoci che tutto proviene da un’unica, misteriosa Sorgente, il cui profumo ci giunge attraverso la nostra capacità di meravigliarci.