Li – Il Principio Dinamico del Dao e l’Ecologia dal Cuore

LI-ALA

Il Taoismo è da sempre interessato alla “natura interiore” (内性 nei xing), ossia all’aspetto più intimo degli esseri, là dove si trova il punto d’unione tra il microcosmo e il macrocosmo, tra la forma e la non-forma, o, se si preferisce, tra il visibile e l’invisibile. Anche il lavoro sul corpo, inteso come “involucro esterno” dell’essere vivente, come nel taijichuan e nel qigong, è maggiormente orientato all’interiorità, alla riscoperta del proprio Sé più profondo, più che soltanto alla salute o alla semplice forma fisica, anche se i due aspetti non sono mai scindibili, in nome dell’Unità tanto cara alla visione taoista.
Esiste tuttavia un “principio” che anima il pensiero filosofico dell’antica Cina, che pone solo apparentemente l’accento sull’esteriorità, sulla forma: è il concetto di Li (理), che riguarda la differenziazione – il fatto che da un’unica Sorgente, l’indicibile Dao, l’universo si sia dispiegato in una molteplicità infinita di forme. Li è per i taoisti – e per i confuciani – un principio che nutre di misticismo, di poesia e di significato le miriadi di forme e disegni che possiamo scorgere nella Natura; potrebbe forse rappresentare l’anello mancante tra la spiritualità, la scienza e l’arte. Li mi affascina da moltissimi anni, soprattutto per la sua valenza estetica, a cui nessun artista può restare insensibile!

Grazie a Li, possiamo risalire alla Sorgente della Vita stessa contemplando, ad esempio, il delicato reticolo di un’ala di libellula, le screziature madreperlacee di una conchiglia, le onde dorate della sabbia mossa dal vento o dal mare, le fluenti venature di una pietra o di un legno prezioso. Il Dao non può essere “udito” né “visto” direttamente, ma possiamo coglierne l’eco, o intuirne il riflesso, contemplando la Bellezza delle infinite forme della Natura. È questa stessa meravigliosa intuizione estetica che ha dato origine ai dipinti cinesi di paesaggi pervasi di struggente poesia.
Come sempre, se andiamo a vedere da vicino l’etimologia degli ideogrammi e dei pittogrammi che compongono Li (理), scopriamo dei rimandi poetici notevoli.

Il pittogramma antico Li  LI-IDEOG1 è a sua volta composto da Li LI-PITT  e Yu YU-GIADA

LI 里 = posto, quartiere, luogo di residenza
YU, 玉 = giada, pittogramma che rappresenta i tre livelli di un contenitore di giada usato per i riti, suddiviso in tre livelli (terra-uomo-cielo).

Il componente di destra LI, che dà il suo suono all’ideogramma, è a sua volta composto da:
(dŭ) terra, argilla da vasaio e
(tian) campo;
LI-IDEOG1    =   ARGILLAARGILLAPITT     +        TIAN-CAMPO

LI =   DU – argilla sul tornio, nativo + TIAN – campo (coltivato)

ARGILLATORCHIO
Da questa ricostruzione, si può capire da dove potrebbe derivare il pittogramma da cui origina l’attuale ideogramma , du, terra, argilla. Non è affascinante?

Li è l’insieme dei pattern — provenienti da una “matrice” invisibile, archetipica — presenti in tutti gli esseri nella natura, una “specie di ordine non simmetrico” e organico, che fornisce alle cose un’identità visibile e una funzione. In uno dei suoi scritti più conosciuti, il filosofo inglese Alan Watts  paragona il Dao ad un corso d’acqua, e in questo caso la manifestazione visibile di Li è il mutevole insieme delle linee fluide che disegna l’acqua mentre scorre. L’ “acqua” che stiamo ora guardando non è più la stessa di un secondo fa, ma il “fiume” è qui da tempo immemorabile. Amplificando quest’immagine, il Dao stesso è una corrente sempiterna che attraversa tutto l’esistente, è come energia fluida in movimento che si condensa fino ad un’apparente solidità di forme e disegni: le macchie e le striature della pelliccia degli animali, le venature del legno, il craquelé della ceramica esposta al fuoco, le forme mutevoli delle nuvole, quelle cristallizzate delle pietre preziose. La fluidità, l’organicità, il movimento danzante e anche una piacevole imprevidibilità sono caratteristiche inequivocabili della presenza di Li.

Li è un concetto che appartiene sia al Neo-confucianesimo che al Buddismo. Esprime la motivazione e l’ordine soggiagenti nella natura, riflessi nelle forme organiche. Lo si può anche concepire come “flusso”.

(…) l’ideogramma di Li convoglia il significato dei disegni nella giada. Si riferisce anche alla marezzatura del legno, alla fibra nel muscolo. Potremmo anche dire che le nuvole hanno Li, così come il marmo e il corpo umano. Possiamo riconoscerlo, e l’artista lo copia, sia che sia un ritrattista, un paesaggista, un pittore astratto (…) Tutti costoro cercano di esprimere l’essenza di Li. La cosa interessante è che, benché sappiamo tutti cosa sia, non c’è modo di definirlo. Poiché il Dao è il (per)corso, potremmo dire che Li è il corso d’acqua, e i motivi, i pattern di Li sono anche quelli dell’acqua che scorre” — Alan Watts

Li riflette l’ordine e il pattern nella Natura… ma non è uno schema pensato come qualcosa di morto, come un mosaico: è un pattern dinamico che si incarna, prende forma in tutte le cose viventi, nelle relazioni umane e nei valori umani più alti.        Joseph Needham,  Scienza e Civiltà in Cina

 

Secondo la cosmogonia taoista, Li crea la funzione e/o la capacità di muoversi di tutto l’esistente, ognuno con la sua specificità. Ma è il Vuoto all’interno della forma che le conferisce la sua utilità, la sua efficacia. Il vuoto è una metafora della presenza stessa del Dao in tutte le forme. È il Dao 道, e la sua forza dinamica, De 德, che animano l’universo, che può espandersi e diversificarsi grazie al principio dinamico organizzante Li, che a sua volta può scorrere senza mai fermarsi perché è veicolato dal Qi.

LI-RUOTA.jpg

LI-TAODEJING-RUOTA

Traduzione letterale pittogramma per pittogramma:
(1) tre (2) volte dieci (3) raggi (4) condividono (5) un (6) mozzo
(7) grazie a (8) suo (9) non-avere (non-essere, vuoto)
(9) ha (10) la ruota (11) la propria (12) utilità

Trenta raggi convergono sul mozzo,
ma è il foro centrale che rende utile la ruota.

Laozi, Daodejing, capitolo XI.

Se non ci fosse il vuoto al centro della ruota, quest’ultima non potrebbe girare. La sua essenza, la sua funzione e la sua utilità dipendono da qualcosa d’impalpabile.
Recentemente ho acquistato al British Museum di Londra un piccolo libro illustrato molto interessante, che vi consiglio di consultare se vi piace perdervi nei disegni delle venature del legno o delle pietre … Si intitola Li: Forma dinamica nella Natura, l’autore è David Wade; lo trovate al momento solo in lingua inglese, ma le magnifiche illustrazioni parlano da sole!
L’autore, dopo anni di studi, è riuscito a distillare dalle miriadi di forme esistenti in natura 24 “famiglie” di pattern, che egli interpreta come manifestazioni visibili di flussi energetici archetipici. Ad esempio, il pattern reticolato dell’ala d’insetto riprodotta all’inizio di questo articolo appartiene ad un gruppo che egli definisce “retiforme”, imparentato secondo la sua classifica al principio di formazione delle bolle di sapone, che hanno la caratteristica di sfruttare il minimo spazio possibile per dare origine ad una forma perfettamente bilanciata. Secondo questo autore, la presenza di questi pattern ad ogni livello del microcosmo e del macrocosmo indicherebbero una loro universalità preesistente: sarebbero dei veri e propri archetipi della Forma!

Essenzialmente, Li è l’insieme delle formazioni dinamiche, e come tali possono dare l’impressione di un attimo congelato, di un processo colto in un istante particolare del tempo o, in senso più astratto, del principio dell’energia che partecipa a quello della forma. Li è accattivante, nel senso puramente estetico, perché anche se tende a manifestarsi in configurazioni relativamente semplici, esse sono dotate di un alto livello di contenuto.    David Wade, Li, Dynamic Form in Nature

Anche secondo Wade appare chiaramente che le forme naturali sono tutte radicate nel Vuoto, dal quale sorgono e si trasformano, per poi tornarvi alla fine del loro ciclo vitale. Perciò, come ci dice poeticamente Laozi, contemplando le infinite forme delle creature, si può risalire alla Sorgente e quindi alla Pace e all’Eterno (attributi del Dao):

Porta il vuoto al suo limite ultimo,
resta saldo nella pace interiore.
Le innumerevoli creature sorgono insieme:
osserva il loro ritorno.
Le multiformi creature ritornano ciascuna
alle proprie radici.
Ritornare alle proprie radici è detto la “Pace”.
“Pace” significa ritornare al proprio destino.
Ritornare al proprio destino è l’eterno.
Conoscere l’Eterno è Saggezza.
Ignorarlo è muovere ciecamente verso la rovina.
La conoscenza dell’Eterno rende vasti,
la vastità rende imparziali,
l’imparzialità rende regali,
la regalità rende simili al Cielo.
Essere simili al Cielo è essere uniti al Dao.
Essere uniti al Dao è durare per sempre.
Allora, benché il corpo muoia, nessun danno.

Lao Zi, Daodejing, capitolo XVI (Trad. di Augusto Shantena Sabbadini)

Le miriadi di forme vanno e vengono, nascono e muoiono, procedendo dall’indicibile Dao,  e ad esso ritornano; è quello che il buddhismo chiama “impermanenza”. Invece di rattristarsi dinanzi a questo fatto ineluttabile, la saggezza taoista ci invita a contemplare l’Origine attraverso le Forme, al fine di sperimentare la Pace eterna e la Bellezza che soggiacciono a tutto l’esistente e di radicarvi consapevolmente il proprio Essere …

LI-BROCCOLO
L’affascinante geometria frattale… del cavolo!

A noi occidentali fissati con le regole rigide e il controllo, la Natura appare spesso in preda al caos (non riusciamo più a goderne il kosmos!), o quanto meno ci sembra che segui leggi molto complesse che ci sfuggono e a volte ci spaventano. Recentemente, la nostra scienza ha cercato di avvicinarsi alla complessità delle forze naturali, usando calcoli matematici all’avanguardia, applicati poi anche nell’arte digitale e non, che hanno dato origine a quelle figure affascinanti, di solito in movimento, che vanno sotto il nome di Frattali, di cui vedete due esempi qui sotto.

LI-FRACTAL
Frattale — http://it.wikipedia.org/wiki/Insieme_di_Julia
FRACTAL
Frattale in movimento

Contemplare la misteriosa legge organica Li ci aiuta ad intuire l’intima relazione viva e dinamica che esiste tra tutte le cose esistenti nell’universo, ci fa intravedere quella che i Nativi nordamericani chiamano la Tessitura del Sogno… Anche questo è un modo per sentirsi meno soli, meno isolati, e parte di un tutto misterioso ma non per questo privo di significato.
Invece di cercare di controllarlo, di capire Li e di “metterlo in scatola”, è molto più divertente lasciarsi trasportare dal suo ordine asimmetrico, non ripetitivo e indomabile, attraverso i rivoli d’acqua, le spirali delle conchiglie, le ramificazioni del ghiaccio sui finestrini, i cerchi concentrici dei tronchi d’albero, le sorprendenti architetture dei cristalli, le macchie capricciose del leopardo, percependo … dietro le righe l’armoniosa e misteriosa Unità della Vita.

LI-CRISTALLO
Foto di M. Raith – Ingrandimento di
cristallo di leucite da una roccia vulcanica

LI-ALBERO.jpgLI-LEOPARDO.jpg

Prendendo in prestito le parole di Chang Zai, uno dei fondatori del neo-confucianesimo, potremmo dire:

Il cielo è mio padre e la Terra è mia madre,
e anche una piccola creatura come me
trova un posto intimo nel loro ambiente.
Così, ciò che riempie l’universo
io lo considero come mio corpo
e ciò che governa l’universo,
lo considero come mia natura.
Tutte le persone sono miei fratelli e sorelle,
e tutte le cose sono mie compagne.

In una intervista condotta da Leila Conners, nel 2006, ecco cosa ci dice James Hillman a questo proposito:

Penso che ci sia bisogno di qualcosa di più della sostenibilità. Penso che la sostenibilità sia erronea per un unico motivo rilevante: si tratta comunque di un’idea economica. E io penso che l’economia sia — è già da un po’ che cerco di esprimerlo — un credo dissennato che giustifica tutto quello che facciamo. Spieghiamo ciò che facciamo in termini di economia. Ma mettiamo questo argomento da parte, per ora. Cosa ti indurrebbe a NON desiderare di distruggere qualcosa? Il tuo senso della bellezza, il tuo apprezzamento della sua bellezza. Se partiamo dal mondo percepito come qualcosa di bello, cosa faresti con una cosa bella? Te ne innamoreresti. E innamorandoti del mondo, lo vuoi preservare. Ecco la risposta più semplice al problema del mondo. I greci pensavano che la parola KOSMOS — cioè tutto, ogni cosa  [non vi ricorda anche le “10.000 cose” dei Taoisti? N.d.A.] — fosse in realtà un termine estetico. Significava ordinato, bello, fatto con cura e considerazione, ed era più vicino alla parola “cosmetica” che a “cosmonauta”. Nel mondo greco, voleva dire una forma di ornamento. Il kosmos era un ornamento, qualcosa di straordinariamente bello che potevi scorgere nel cielo notturno, in una foresta… ovunque! In una persona, nel modo in cui i capelli cadono su una donna, o in cui un uomo muove le mani mentre lavora… in qualsiasi cosa! Non appena risvegliamo il nostro senso estetico e NON SIAMO ANESTETIZZATI da tutte le distrazioni attorno a noi, siamo in grado di vedere ed apprezzare la bellezza del mondo. È Platone, ma è anche un’esperienza che ci appartiene: vedi una bella donna, un bell’uomo, e te ne innamori. E se te ne innamori — se ami il mondo… e non partendo dal moralismo cristiano, secondo cui tu DEVI amare il mondo, né in nome di una qualche sostenibilità economica a tuo beneficio, perché magari vuoi vivere più a lungo… non si tratta di questo! Si tratta di qualcosa di molto più profondo, che ti tocca il cuore. Ti tocca il cuore se ti rendi conto che il nostro compito su questa Terra è di amarla, di innamorarcene; non solo nel senso di “doverla amare”, ma di innamorartene. E te ne innamori soltanto se sei vivo, pronto a viverla esteticamente.

James Hillmann (traduzione di Panna)

Il sentimento di unione cosmica  è la vera soluzione ai mali del mondo attuale, è la panacea contro la distruzione del pianeta. Mi sento più vicina all’Ecopsicologia di Hillmann, impareggiabile studioso che è convinto che solo cambiando alcuni concetti errati profondamente radicati nella nostra psiche noi potremo vivere in armonia con la Natura. Se ci innamoriamo del mondo, non possiamo distruggerlo! Non ci può sfuggire la notevole consonanza tra il concetto greco di kosmos e il Li taoista, che contengono entrambi l’esperienza estetica — ed estatica! — del mondo…  Solo da un cuore luminoso e desto — da uno stato di coscienza più elevato, oltre la mente ordinaria — possono scaturire soluzioni nuove e fuori dai vecchi schemi ormai falliti. È ora di svegliarci dal nostro stato di anestesia dei sensi, è ora di gioire della Bellezza del nostro mondo e di innamorarci ancora.

Aggiungo oggi – 7 marzo 2020 – il link ad un video meraviglioso segnalatomi da un’amica, che ci mostra che anche nei momenti di caos apparente la trama e lo scopo dell’Universo sono e restano l’Armonia e la Bellezza. Ci sono sempre, comunque. E noi possiamo, momento per momento, scegliere ancora e ancora Armonia e Bellezza, che sono anche la nostra profonda e vera natura.

 

 

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